Chi di voi ha letto Dracula?
O quanto meno visto il film?
Se lo avete fatto dovete assolutamente visitare Whitby,
perché Bram Stoker prese l'ispirazione da questo luogo
per scrivere il suo libro più famoso.
Whitby si trova nella contea del North Yorkshire,
alla foce del fiume Esk.
Appena arriviamo non occorrono indicazioni,
punto dritta sulla scogliera più alta,
le rovine dell'Abbazia sono il mio punto di riferimento,
l'ostello è proprio li dietro: Abbey House,
un'antica dimora che dal 2007 ospita l'ostello.
La nostra stanza è al mezzanino e dalla finestra ammiriamo il giardino.
Alloggiando qui si ha diritto all'entrata gratuita all'Abbazia,
un muro di cinta divide le due proprietà
e già da fuori si può ammirare la maestosità di queste rovine.
Dopo esserci accampati in camera,
passiamo all'esplorazione dell'ostello,
sala tv, sala lettura, orto, giardino, bar, ristorante, cucina,
visto che siamo arrivati qua meglio che ci prepariamo la cena.
Abbondate spaghettata
e siamo pronti per l'escursione serale.
Visitare l'Abbazia di St. Hilda la sera fa un certo effetto,
sarà perché dal mare arriva un venticello fresco,
ma vengono i brividi girando per queste rovine.
Decidiamo di tornare all'ostello e dormirci sopra.
La mattina siamo pronti per scoprire Whitby,
da qui per raggiungere il centro di questa cittadina
bisogna percorrere una ripida scalinata di ben 199 gradini,
che mette a dura prova ginocchia e polpacci.
Una volta giù la bellezza fa dimenticare la fatica,
Whitby è un labirinto di vicoli e stradine,
tutti da scoprire.
Whitby è oggi un porto di pescatori
e partono imbarcazioni di tutti i generi.
Il cielo ad un tratto si fa grigio,
la sottile pioggia non ci disturba e il nostro girovagare continua.
Ammiriamo dal porto la scogliera orientale dominata,
oltre che dalle rovine dell'Abbazia di St. Hilda,
anche dalla chiesa parrocchiale di St. Mary.
Nel pomeriggio rispunta il sole ed è tutta un'altra visione
Le indicazioni ci riportano verso il nostro campo base
bisogna affrontare di nuovo la ripida scalinata della mattina,
questa volta con meno vigore,
per non sfigurare con arzilli nonnetti scalatori
facciamo finta di contare i gradini uno ad uno,
arrivati in cima,
col fiatone abbiamo la conferma:
sono proprio
199.
Il mattino seguente un'ultima occhiata all'Abbazia e si parte.
A presto
Angela
Spesso sulle scogliere a picco sul mare, su tratti di costa particolarmente belli, lungo i favolosi Pier,
ci si imbatte in una sorta di esposizione di fiori, sono omaggi che la gente porta alle persone a loro care che non ci sono più.
I mazzi di fiori o le coroncine sono sempre accompagnati da bigliettini, una sorta di messaggi al vento, che ricordano il compleanno di una madre, il posto preferito di un padre, qui sulla scogliera di Whitby una coroncina fresca di Digitalis rosa ha attirato la mia attenzione e ho letto il messaggio, una splendida poesia, una volta tornata a casa ho cercato la versione tradotta, eccola:
Non stare in piedi davanti alla mia tomba a piangere
Non stare in piedi davanti alla mia tomba a piangere,
io non sono lì, non dorme la mia anima.
Sono il soffio di mille venti,
sono il luccichio della neve che brilla come diamanti.
Sono la luce del sole sul grano maturo,
un raggio di sole che splende d’estate.
Sono la leggera pioggia autunnale.
Quando ti svegli nella calma della mattina,
sono nella veloce alzante corsa di splendidi uccelli che volano in cerchio.
Sono la più alta farfalla che vola serena,
io sono tra le stelle che brillano nel buio della notte.
Sono nei fiori che sbocciano,
sono in una stanza tranquilla,
sono negli uccelli che cantano,
sono in ogni cosa bella.
Non stare in piedi davanti alla mia tomba a piangere.
Non sono lì. Non ti ho lasciato.
(Mary Elizabeth Frye, “Do not stand at my grave and weep”)