sabato 31 agosto 2013

Farne Islands

Le Farne Islands sono un gruppo di quasi 30 isolette
che a seconda delle maree riaffiorano,
si trovano a 2/3 miglia al largo della costa del Northumberland e
si possono raggiungere con imbarcazioni che partono dal piccolo
villaggio di pescatori di Seahouse.
 


Inner Farne è la più grande e la più vicina alla terra ferma,
si vede ad occhio nudo dal porto
ed è un incanto.
Oltre al suo bellissimo faro bianco c'è una piccola cappella
dove St. Cuthbert visse come eremita fino al 687 d.c..
 


Dal porto un via vai di imbarcazioni di tutti i generi ogni 15 minuti stracolme di turisti
mi mettono ansia e dopo una lunga osservazione decido di rinunciare all'escursione
e ripiego per una passeggiata lungo la chilometrica spiaggia,
ma il mio sguardo è fisso là verso quelle isole e quei fari.
 



Ad un certo punto mia sorella esordisce con:
"te ne pentirai per il resto della vita di non esserci andata".
La mia ansia è dovuta al fatto di non saper nuotare
 e portare i miei figli su una bagnarola 
tipo sbarco a Lampedusa
mi terrorizza.
Io rispondo a questa provocazione con:
"ci penserò, tanto stiamo in zona per altri 4 giorni".
 
Torniamo verso il porticciolo e prontamente i miei compagni di viaggio
mi sommergono di volantini sui vari tour,
prezzi e compagnie.
 
Nemmeno a dirlo il giorno successivo alle 14.30
puntuali siamo di nuovo al porto di Seahouse,
pronti per partire con la bagnarola di George,
che poi scoprirò essere il guardiano del faro di Longstone.
 



George è un ottimo cicerone,
ci descrive ogni aneddoto della storia di queste isole,
da St. Cuthbert, che visse qui in solitudine,
all'eroina Grace Darling (aspettate il prossimo post)
 


Durante la navigazione è d'obbligo rimanere seduti,
quindi non è facile fotografare questo paradiso.

Passiamo vicini a Brownsman, l'isola non è accessibile al pubblico
perché è un'importante riserva ornitologica.
Il piccolo cottage fu la casa di Grace Darling e della sua famiglia prima di trasferirsi a Longstone.
George al ritorno ci passerà molto, molto vicino.
 
Ben presto George però ci porta fin sotto le alte scogliere di Staple Island,
famosa per i suoi pinnacoli, colonne verticali di roccia
invase da migliaia di nidi,
siamo così vicinio da poter vedere i piccoli all'interno.
La puzza del guano è nauseante,
ma lo spettacolo è tale da non farci nemmeno caso.
 
 



Dobbiamo fermarci qualche minuto
 per far uscire dall'insenatura l'imbarcazione che ci precede
e George ci fa un lungo elenco degli uccelli che nidificano su queste isole,
ci sono più di 10.000 coppie :
una moltitudine di specie di gabbiani, cormorani, sterne artiche, sule,
gazze marine, Herring Gull, Razorbill, e molti altri di cui non capisco il nome.



ma io sono venuta fin qui per due cose i fari e i puffins,
ed eccomi accontentata,
i pulcinella di mare sono dei buffi e timidi uccelli
dal becco e dalle zampe arancioni,
questa loro aria triste  mi ha sempre conquistata,
appena l'imbarcazione si avvicina,
a differenza degli altri uccelli, loro scappano.
Dai loro becchi scendono piccoli fili d'argento,
sono piccoli pesci che hanno pescato per nutrire i loro piccoli.
 




I puffins non fanno il nido,
ma costruiscono delle vere e proprie tane,
come fossero dei conigli,
lunghe da 70 cm fino ai 2 metri,
tengono così al riparo dagli uccelli predatori i loro piccoli.
Depongono 1 o 2 uova,
ma ne fanno nascere una solo.



Girato l'angolo ecco una visione celestiale,
Longstone e il suo faro,
 George ci annuncia:
"Siete pronti per visitare il mio faro"
 


accostiamo e uno ad uno scendiamo dalla barca e ci avviciniamo alla porta d'ingresso,
George scende per ultimo con due grandi borse di plastica piene di merluzzi,
ben presto capiamo per chi sono,
le foche lo stanno aspettando
 

 
Apre la porta del faro e ci infiliamo dentro,
George per ultimo richiude la porta a chiave dietro di noi,
l'odore di gasolio e il forte rumore del generatore di corrente non disturba la nostra salita.
Lui arriva in cima (il faro è alto 23 metri) fresco come una rosa,
noi ansimanti e sudati fradici.
Ci sono intorno ai 40 gradi,
le vetrate sono incandescenti,
il faro è sempre acceso, giorno e notte,
emette una luce lampeggiante ogni 20 secondi.
George ci spiega che la maggior parte dei fari inglesi sono ormai automatizzati,
tutto viene 'comandato' da una centrale che si trova nell'Essex,
centinaia di chilometri più a sud,
ormai il ruolo del guardiano consiste solo nella manutenzione.
Lui è il guardiano di tutti e 3 i fari della zona,
Longstone, Inner Farne e Bamburgh.
 


la vista dall'alto è inebriante,
non so se sia per il caldo o per le vertigini
ma mi sembra di essere affetta dalla sindrome di Stendhal
 


La mezz'ora di visita consentita è trascorsa in fretta,
si deve scendere,
un ultimo sguardo a questo grandioso faro e poi tutti di nuovo a bordo.



Le 65 persone a bordo e i 5 cani lasciando l'isola sono stranamente silenziosi,
forse come me ne sentono già la mancanza
 




la navigazione continua,
George cerca di portarci più vicino possibile alla colonia di foche grigie,
ma l'alta marea le ha fatte tutte allontanare in mare aperto,
sono qualcuna si sta ancora abbronzando su qualche scoglio ancora emerso,
tra qualche mese in queste acque ne arriveranno circa 6000.
 





Visto che per George e la sua barca questa è l'ultima escursione della giornata,
al rientro ci fa un bellissimo regalo,
ripassa per la Staple Island
per ammirare sui suoi pinnacoli altri nidi
 





Si sbarca a Seahouse,
la tachicardia persiste
tuffiamoci in uno dei tanti fish and chips
e ripensiamo a quest'avventura.
 
Solo nel riguardare le foto mi rendo conto che l'ho fatto davvero,
aveva ragione Zia Pao .... me ne sarei pentita per tutta la vita,
ma ora posso dire: "Io qui ci sono stata".
 
Alla prossima
Angela
 


martedì 27 agosto 2013

Caravan Petrol Summer Camp 2013


Dopo tanti rilassanti post sulla mia amata Inghilterra ecco un cambio radicale,
il week end appena trascorso abbiamo fatto
una full immersion tra esseri umani e automobili,

e che automobili: Citroen 2 CV e derivati,
ospiti graditi anche le antagoniste Renault 4.
 
 
 
Giovedì 22 agosto caricati marmocchi e bagagli,
Johnny II romba alla volta dell’Emilia.
Lungo la A13 nel tratto Padova Bologna quanti ricordi
ed aneddoti mi tornano alla mente,
le centinaia di volte che ho percorso questo tratto di strada col mio Johnny I,
in quei 8 anni di permanenza a Bologna.
Visto che sono di strada,
perché non portare Johnny II sulle orme di Johnny I?
Una piccola deviazione sulla strada dei ricordi male non fa.
Imbocco l’uscita Bologna Arcoveggio
poi giù per la Bolognina fino a Piazza de l’Unità,
poi su per via Marco Polo
e poi di nuovo in tangenziale direzione Modena,
poco prima del casello di Modena Nord,
zia Pao mi porta alla realtà: “Vi siete persi?”
“Tranquilla siamo dietro l’angolo”.
(che nutrisse dei dubbi sull’efficenza di un Testa Quedra ?)
L’accoglienza è calorosa,
ma il frigo in casa di una vegetariana è triste:
 
 
una pizza a domicilio è l’unica soluzione possibile.
Venerdì 23 agosto a bordo del fido Johnny II,
che si muove sicuro nella sua terra d’origine,
scorazziamo zia Pao per una seduta di shopping.
Ore 14.30 squilla il cellulare è la Zanna Isca che,
forte del suo ruolo, ci riporta all’ordine:
“siamo al km 140 della strada statale 9, vi aspettiamo”,
insomma come di dice da queste parti “degh na mosa !!!”.
Saluti e baci e vai per la via Emilia!
Dopo 10 minuti, indovinate chi si vede,
in piena curva sul ciglio strada:
Giulietto in pole position,
seguito dalla Puffa, Anna, Zorro e degli “intrusi” in Citroen Mehari.
La carovana si muove alla volta di Cereglio (BO),
 

 
il Caravan Petrol Summer Camp ci aspetta e dopo un’oretta di saliscendi tra Modena e Bologna, eccoci al campo base.

Sono già arrivati Zibaldone e Stefano,
 
 
 
poco + in là David e famiglia con la loro splendida furgonetta camperizzata.
 
 

 

Seppure in netta minoranza,

circondati da 2cv, Dyane e mitici Type H,
ci sentiamo carichi e perfettamente a nostro agio.
 


 

 

 
Come in un film epico,
ecco che i rinforzi si stagliano all’orizzonte:
Andrea, Luca, NaBabbo, Cinghiale, Albè, Caronte, DanielShip ed altri ancora.
 
 
 
 
 
Amici vecchi e nuovi si mescolano,
si è fatta sera e siamo pronti per l’ormai famosa
gratellata di gruppo e qui, modestamente, non temiamo confronti;
oltre al gran maestro di gratella Giulietto
 
 
abbiamo lo chef degli chef Zibaldone71, per gli amici Emiliano,
 
 
 
dalla sua cambusa esce ogni ben di dio,
dalla mozzarella di bufala campana alla ‘nduja,
dai peperoncini freschi alle salsicce calabre piccanti ...

che il bagagliaio della sua R4 sia dotato di super poteri ???


Ed anche gli altri R4 si danno da fare:
chianti, verdicchio, prosecco,

marzemino, passito, grappe varie, in un crescendo di gradi alcolici,
con buona pace degli astemi.
Insomma un triathlon per i nostri muscoli "lardominali",
che verranno  allenati ininterrottamente per i giorni a seguire.
 
Il mattino dopo arriva di buon ora il mio consorte,
giusto in tempo per partire in gruppo per il road book,
uno splendido itinerario a tappe tra soste mangerecce
(tanto per cambiare) in agriturismi e luoghi interessanti
da visitare attraverso le colline circostanti Cereglio.

 








 
Il mitico Bruno Pelligra,
organizzatore dell’evento ha pensato proprio a tutto,
uno spazio beach con tanto di spiaggia,
sdraio ed ombrelloni, uno spazio film e documentari,
dove io rimango estasiata nell'ascoltare i racconti di viaggio,
con un pizzico d'invidia,
la radio in diretta dal Caravan Petrol Summer ci tiene compagnia per i tre giorni del raduno,
alternando ottima musica e interessanti interviste e
c'è persino il circo più piccolo della terra: naturalmente in una 2 CV.
 

 
Giro per il campo curiosando le 2CV protagoniste di grandi imprese


e sbirciano nelle vetture camperizzate


L'asta finale è spassosissima,
tra una risata e l'altra,
i partecipanti si aggiudicano bellissimi premi.
Tutto questo è per una buona causa,
il ricavato andrà alla ONG-ONLUS Bambini nel Deserto
 
Domenica pomeriggio iniziano le partenze,
piano piano tutti gli equipaggi lasciano il Caravan Petrol Summer Camp
alla volta delle loro “origini”,
salutiamo i restanti e partiamo anche noi.
Al ritorno siamo scortati, io e Tom in R4 davanti, Bob e Ali,
per par conditio, in C3 a seguire, Lucky quale fido navigatore.
Peccato sia già finito.
Insomma un raduno con la R maiuscola,
bello, bello, bello, bello, bello.
PS: Giulietto ed Emiliano,
 insigniti per acclamazione dell’ambito premio “la gratella d’oro”,
si meritano una menzione particolare per la bravura in cambusa.
 
Alla prossima
Angela
 
 

Ho trovato il mio albero

Il Faggio. Veniva considerato con grande rispetto un tramite tra gli uomini e gli dèi, circondato da aura divina, e Macrobio riferisce che...