mercoledì 1 febbraio 2012

Il giardino perduto di Heligan

La storia di Heligan Gardens, nei pressi di Megagissey,
in Cornovaglia, nel sud dell'Inghilterra,
sembra la storia de Il giardino segreto
e per questo ne sono rimasta affascinata. 
Di proprietà della famiglia Tremayne, 
che dal 1603 possedeva più di 400 ettari di terra, 
erano stati coltivati per generazioni, fino all'inizio del secolo scorso. 
I Tremayne erano visionari con manie di grandezza: da una parte la proprietà fondiaria, 
la fattoria, persino una fabbrica di birra, 
dall'altra un giardino teatrale con tanto di giungla e piantagioni di frutti "esotici", 
come ananas, meloni e banane. 
Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, la catastrofe. 
I ventidue giardinieri che si occupavano della terra partirono per il fronte, 
andarono in Francia. Più della metà non tornò più. 
La casa padronale diventò un ospedale di convalescenza per ufficiali 
e il giardino romantico ottocentesco venne abbandonato. 
Una giungla di edera, rovi e alloro copriva i cespugli e nascondeva le aiuole fiorite. 
Di Heligan Gardens nessuno sapeva più niente. 
Nel 1990 il miracolo: Tim Smit, cantante di origine olandese e produttore di musica rock, 
ideatore dell'Eden Project, la gigantesca serra tecnologica a mezz'ora da qui, se ne innamora. 
E insieme a un gruppo di amici entusiasti, tra cui l'attuale erede, 
John Willis, lancia una crociata per salvare i giardini perduti. 
Riportati al loro splendore originario, 
oggi funzionano come una perfetta capsula del tempo venuta dall'era vittoriana. 
Non è semplice raggiungerli, 
la segnaletica lungo le tortuose stradine della zona è scarsa 
e siamo piuttosto lontani dai circuiti turistici: ma ne vale la pena. 
Fra le loro principali attrattive figura una collezione di rododendri giganti 
portati dall'Himalaya da Sir Joseph Hooker, famoso collezionista di piante, 
fra il 1847 e il '49: uno di loro ha rami lunghi quasi 26 metri. 
E poi un giardino italiano che si ispira alle rovine di Pompei e Ercolano; 
un giardino della Meridiana con l'orologio solare restaurato e maestose bordure erbacee, 
fra cui una verbena color porpora; 
una giungla subtropicale dove enormi conifere si alternano a felci dall'aspetto preistorico, 
tunnel di bambù, palme, rododendri e rabarbaro 
che prosperano nel clima generalmente mite della Cornovaglia.  
Infine rare specie d'alberi provenienti da ogni parte del globo, 
compreso uno dei pini neri più alti del mondo. 
Curiosi sono anche gli orti e i frutteti, 
coltivati con quella combinazione di megalomania 
e durissimo lavoro che li ha visti nascere nell'epoca vittoriana. 
Nell'Ottocento la proprietà agricola era completamente autosufficiente: 
sfamava la famiglia Tremayne e ben 40 persone di servizio. 
Oggi frutta e verdura si possono gustare al ristorante Willows, nel centro visitatori. 
In primavera e all'inizio dell'estate il giardino è in gran fermento, 
con i suoi mille colori: non solo per i gladioli, le bocche di leone 
e gli altri fiori pronti per essere presi, ma anche per la più delicata fioritura di uva spina, ribes, lamponi, coltivati nelle cassette, o ancora per una straordinaria varietà di bietole, 
con foglie striate di rosso o di verde, a gambi arancioni, gialli, rossi e rosa. 
Una tavolozza infinita di colori.





I giardini di Heligan sono un posto magico, 
se passate da quelle parti dovete assolutamente visitarli, 
se non avete in programma un viaggio in Cornovaglia 
date un'occhiata al loro sito o al loro blog.

Buon viaggio
alla prosima avventura

Angela

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