Non permettere mai a niente e a nessuno di fermarti. Cammina a testa alta. Non pensare che una missione, una strada, una decisione è troppo grande per te. Per quanto lungo possa essere un viaggio, se credi che sia quello giusto, intraprendilo. Siba Shakib “La bambina che non esisteva”
lunedì 3 aprile 2017
Ho trovato il mio albero
Il Faggio.
Veniva considerato con grande rispetto un tramite tra gli uomini e gli dèi,
circondato da aura divina, e Macrobio riferisce che esso era considerato uno degli arbores felices,
e che le coppe utilizzate per i sacrifici erano intagliate nel suo legno.
Per i Celti esso era un albero simbolo di conoscenza, saggezza e lucidità,
rappresentando anche le qualità di concentrazione e purezza necessarie
ai druidi per poter entrare in contatto con l’altro mondo.
Il Faggio ci insegna la forza e la severità necessarie a delineare il nostro spazio sacro, proteggendolo dalle influenze negative.
Ci mostra come diventare bosco, nutrendo il terreno che ci nutre e intrecciando le nostre radici con quelle dei nostri simili,
facendoci sostenere in questo dai funghi, che in natura sono simbolo della coscienza cosmica che tutto connette.
Ci insegna anche a non svalutare le nostre esigenze, ma a cercare con costanza e pazienza l’ambiente giusto per poter prosperare.
Ci insegna l’autostima, e che nessuno rispetterà noi e i nostri bisogni se non lo facciamo noi stessi per primi.
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