lunedì 3 aprile 2017

Ho trovato il mio albero

Il Faggio. Veniva considerato con grande rispetto un tramite tra gli uomini e gli dèi, circondato da aura divina, e Macrobio riferisce che esso era considerato uno degli arbores felices, e che le coppe utilizzate per i sacrifici erano intagliate nel suo legno. Per i Celti esso era un albero simbolo di conoscenza, saggezza e lucidità, rappresentando anche le qualità di concentrazione e purezza necessarie ai druidi per poter entrare in contatto con l’altro mondo.
Il Faggio ci insegna la forza e la severità necessarie a delineare il nostro spazio sacro, proteggendolo dalle influenze negative. Ci mostra come diventare bosco, nutrendo il terreno che ci nutre e intrecciando le nostre radici con quelle dei nostri simili, facendoci sostenere in questo dai funghi, che in natura sono simbolo della coscienza cosmica che tutto connette. Ci insegna anche a non svalutare le nostre esigenze, ma a cercare con costanza e pazienza l’ambiente giusto per poter prosperare. Ci insegna l’autostima, e che nessuno rispetterà noi e i nostri bisogni se non lo facciamo noi stessi per primi.

venerdì 4 aprile 2014

A volte si ritorna.

Ho deciso: devo ritagliarmi del tempo per me.
Angela
 
 
 
 
Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto:
a essere contento senza un motivo,
a essere sempre occupato con qualche cosa
e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.
 
Paulo Coelho

giovedì 20 febbraio 2014

La solitudine

Quando la routine inizia a pesare,
quando ti sembra di essere in trappola,
non c'è niente di meglio che stare per un attimo SOLI.
 
 
 
Ho scelto Erto (PN),
tristemente famoso per la tragedia del Vajont,
per una mattinata in solitudine.


 
Girovagare per le case abbandonate
fa uno strano effetto,
la testa brulica di pensieri,
ma l'animo si riempie di tranquillità.














Chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà,
perché si è liberi unicamente quando si è soli.
 
Arthur Schopenhauer

sabato 1 febbraio 2014

Pointe du Raz

Spesso gli amici mi chiedono quale sia il faro più bello che io abbia visitato,
la scelta è molto difficile,
soprattutto dopo quelli esplorati l'estate scorsa,
di una cosa sono certa,  Pointe du Raz è nella Top 10.
 
 
I luoghi sembrano diversi a seconda del proprio stato d'animo,
almeno a me succede così,
negli anni sono tornata più volte in questo luogo
e la sua bellezza rimane immutata.
 
Sono arrivata qui la prima volta in un tardo pomeriggio di fine settembre,
percorrendo a piedi un piccolo tratto della Grande Randonnée n° 34,
ero stanca e dopo aver visitato in lungo e in largo il Pointe du Raz
ho aspettato il tramonto seduta atterra vicino al muro di cinta del faro,
al riparo dal vento.
 

Ad un tratto sbucò un cane da pastore,
in un primo momento mi spaventò,
ma subito capii che le sue intenzioni erano pacifiche.
Rimase li seduto accanto a me una decina di minuti
poi dall'angolo apparve un vecchio barbuto e zoppicante
(all'epoca mi sembrò un vecchio,
ma ripensandoci avrà avuto l'età che ho io adesso),
il cane gli andò incontro,
l'uomo mi sorrise e mi disse qualcosa in francese che io non capii,
me lo ripetè in inglese:
"Va tutto bene?",
io risposi: "si, grazie!",
continuò: "sei sicura vada tutto bene?",
ed io: "si, tutto bene, grazie!",
mi sorrise nuovamente e come era arrivato se ne andò con il suo cane.
In tutto quel tratto di brughiera c'eravamo solo noi tre.
Anche per me era arrivato il momento di ripartire,
prima che il buio calasse sulla scogliera dovevo raggiungere il mio alloggio.
 
Spesso ripenso a quello strano incontro
e al perchè mi sia rimasto così impresso.
A volte i viaggi in solitaria fanno strani effetti.
 

 
Sulla costa bretone si incontrano tanti e spettacolari fari
ma qui la statua di Notre Dame des Naufragés fa la differenza.
 
Questa grande statua di marmo di Carrara fu scolpita
dallo scultore polacco Cyprian Godebski,
come omaggio ai marinai dispersi,
fu posta a 200 metri dalla punta estrema
e qui sopravvive alle tempeste dal 1904.
 


La preghiera posta alla base cita:
"Soccorrimi, o Dio, al Raz:
la mia nave è così piccola
e il mare è così immenso".
 


 
 


 
Da qui parte il Sentiero Europeo 5
che collega Pointe du Raz a Venezia,
un percorso di ben 3050 km.

 
CURIOSITA'
 
Mi ricordavo di un piccolo hotel arroccato sulla scogliera del Pointe du Raz:
l'Hotel de l'Iroise.
Ma nelle mie due ultime visite l'hotel non c'era.
In un negozio di souvenir,
vedendo una cartolina che lo raffigurava,
ho chiesto informazioni e mi hanno raccontato la sua storia:
l'hotel fu aperto nel 1950,
nel 1989 il governo francese istituì al Pointe du Raz un parco nazionale
e decisero che tutti gli edifici al suo interno dovevano essere abbattuti,
dopo anni di battaglie e petizioni della proprietaria Marie Le Coz,
il 6 febbraio 1997 in meno di mezz'ora,
l'hotel fu demolito dai bulldozer.
 




Ma un luogo così delizioso che male poteva fare?
Quanti obbrobri dovremmo demolire nel nostro paese?
 


E dopo questo racconto sconclusionato
di tanti ricordi messi insieme
e queste immagini poco chiare perché sono vecchie foto scannerizzate,
auguro a tutti voi di fare un salto a Pointe du Raz.
 
Un abbraccio
Angela


domenica 19 gennaio 2014

Le grotte del Caglieron

Le grotte del Caglieron è una delle nostre tipiche mete per una breve passeggiata,
immersi nella natura, quando gli amici vengono a trovarci.
Si trovano in località Breda nel comune di Fregona (TV)
a quindici minuti da Vittorio Veneto direzione Cansiglio.
Queste suggestive grotte sono per metà naturali,
una forra scavata dall'erosione del torrente Caron,
e per metà sono opera dell'uomo,
grotte scavate per estrarre blocchi di arenaria,
qui chiamata "piera dolza".
 

 Nelle grotte un forte eco spaventa i bambini
che non vogliono inoltrarsi oltre ciò che è visibile ad occhio nudo.


 per sostenere la volta delle grotte
gli estrattori lasciavano degli enormi ed impressionanti pilastri

  






L'estrazione avveniva con grandi scalpelli e ancora oggi la pietra ne riporta i segni.








L'itinerario lungo passerelle e ponti sospesi sopra la forra è semplice e veloce,
in questo periodo, che quasi ogni giorno piove,
il torrente ha molta acqua e anche dalle pareti spesso la doccia è assicurata,
le passerelle sono scivolose e ci vuole un po' di cautela nel proseguire.



 
L'umidità e gli schizzi d'acqua annebbiano l'obbiettivo della macchina fotografica,
che nonostante i miei sforzi lasciano il segno su ogni scatto.





 
Le mie foto non rendono minimamente la splendida atmosfera del luogo,
vi consiglio di visitarle appena passate da queste parti.
 
Buona domenica Angela





mercoledì 8 gennaio 2014

Faro di Punta Tagliamento

Nel pomeriggio dell'epifania abbiamo fatto una gita al mare,
era più di un anno che non andavamo a Bibione
e vista la bella giornata ne abbiamo approfittato.
Siamo arrivati verso le 15.30,
abbiamo cominciato la nostra passeggiata da Via Procione,
subito dopo il viale di pini marini,
 ci si inoltra nella bellissima ed incontaminata pineta,
che dopo lo smantellamento della base militare,
si è riappropriata delle dune.
Dopo circa 30 minuti si giunge al faro:
 
Faro di Punta Tagliamento,
comunemente chiamato Faro di Bibione.
Numero Nazionale 4288.
 
 
Il faro si trova sulla riva destra della foce del fiume Tagliamento,
nella spiaggia di levante.
Costruito nel 1912 dal Genio Civile,
fu distrutto nel 1917 durante un bombardamento,
subito dopo riscostruito.
Elettrificato nel 1952 e dal 1973 è stato automatizzato.
 
 
La torre cilindrica è complessivamente alta 22 metri,
emette una luce bianca a gruppi di 3 lampi ogni 10 secondi
ed è visibile fino a 15 miglia dalla costa.

 
Acconto al faro sorge un edificio a due piani a pianta rettangolare,
che un tempo ospitava l'alloggio del guardiano.


Una volta giunti al faro sono stata felice nel vedere
che la struttura non versa più nel degrado e nella sporcizia di un tempo.
E' stato ricostruito il muro di cinta e la recinzione è stata messa nuova,
a fianco del cancello d'ingresso un grande cartello cita:
 
Comune di San Michele al Tagliamento
LAVORI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO
E DI RIUSO DEL FARO DI BIBIONE
1° STRALCIO
 
spero sia un risanamento non uno STRAVOLGIMENTO,
sarebbe un vero peccato.
 


 
Abbiamo aspettato il tramonto prima di rientrare al parcheggio dalla spiaggia,
ormai non c'era più nessuno,
regnava un silenzio assoluto,
rotto solo dal rumore delle onde e dallo stridere dei gabbiani.
 






 
 
Bastano poche ore e una metà vicina per sentirsi in pace con il mondo.
 
Spero a presto
 
Angela
 


martedì 31 dicembre 2013

2014

A quegli amici su cui posso contare senza riserve,
 a chi c’è sempre nel momento del bisogno,
 a chi non si dimentica, nemmeno una volta, di perdonare i miei errori,
a chi c’è sempre, nonostante gli sbagli,
a chi mi sorride, anche se prova dolore nel cuore,
a chi usa gentilezza senza aspettarsi nulla in cambio,
a chi osa amare, sorridere, sperare e mi insegna a farlo.
A tutti voi amici sinceri,
Auguri di Cuore! Buon Anno Nuovo!

Stephen Littleword, Piccole cose
 
 
 
 


Che il 2014 sia un viaggio fantastico per tutti voi.
Un abbraccio
Angela

Ho trovato il mio albero

Il Faggio. Veniva considerato con grande rispetto un tramite tra gli uomini e gli dèi, circondato da aura divina, e Macrobio riferisce che...